lunedì 11 marzo 2013

Ciao Costantino


Mio suocero, classe 1911, è morto ieri all'isola di Ponza, dove ha passato tutta la sua vita.
E' un uomo che ha attraversato buona parte del ventesimo secolo ed un pezzettino del ventunesimo.

Qualche anno fa eravamo andati a passare le vacanze di Natale con lui: mia figlia era in Australia ed un altro nipote era negli Stati Uniti.
Per fare gli auguri ad entrambi ci siamo collegati a Skype, li abbiamo salutati e poi li abbiamo fatti parlare col nonno.
Non dimenticherò mai l'espressione di mio suocero; all'inizio non capiva come fosse possibile vedere su di uno schermo Annalisa da Sydney ed Eugenio da New York , forse pensava ad uno scherzo.
Poi si entusiasmò e parlò con i nipoti e gli fece gli auguri.



Costantino era nato in un'epoca in cui sull'Isola di Ponza non c'era nè l'elettricità nè il telefono e si trovava catapultato nell'era della tecnologia, ma era così aperto mentalmente da accettare di buon grado ogni novità.

Lui, pescatore per tutta una vita, conosceva davvero cosa significava il lavoro durissimo, la lontananza da casa per mesi, la difficoltà per portare qualcosa da mangiare alla famiglia, ma aveva una curiosità naturale per tutto ciò che era nuovo e ciò gli permetteva di vivere appieno ogni giorno della sua vita.

Però quando sentiva qualcuno lamentarsi troppo per i propri problemi, ricordava a tutti, con orgoglio, i "veri " problemi che aveva dovuto affrontare: la famiglia numerosissima, la fatica per raccattare due pezzi di legno per cucinare qualcosa, la mancanza d'acqua, la durissima vita di mare in Sardegna, cominciata ad otto anni...

"Oggi , quando si vuole cucinare, si accende il gas ; io dovevo caricarmi sulla schiena la legna e portarla a casa..."

Questo e altri numerosissimi ricordi ( ovviamente raccontati in dialetto ) richiamavano spesso piccoli capannelli di persone: i figli ed i nipoti per primi, ma anche amici, conoscenti, turisti di passaggio.
Ad ogni persona in visita Costantino regalava un ricordo ed allora si partiva con i racconti della pesca alle aragoste in Sardegna , si continuava con le vicende della guerra fino ad arrivare ai ricordi più lontani, ai genitori, ai nonni, ad una Ponza arcaica, popolata di mogli e figli in attesa del ritorno dei pescatori, ma anche piena di leggende e misteri come i "munacelli", piccoli esseri sovrannaturali che a volte infestavano le case dei ponzesi .



Sono convinta che, se ne avesse avuto la possibilità , sarebbe diventato uno scrittore o un filosofo: chiunque lo ascoltava ne era rapito.

Nella sua semplicità ci ha lasciato un'eredità di conoscenza, cultura e umanità ineguagliabili.
Ha vissuto la sua vita pienamente, con la sua mente lucida, la sua dignità ed i suoi valori solidi come montagne: la famiglia, il lavoro, il rispetto, l'onestà, la generosità e ( perchè no?) il suo amore per la buona cucina.
E' stato un esempio per tutti...e penso che continuerà a parlarci ancora per tanto e tanto tempo.
Chiunque l'abbia incontrato lo avrà sempre nel cuore... 





1 commento:

  1. E' vero, Luciana. Hai descritto nonno Costantino come era. L'ho conosciuto e stare ad ascoltare i suoi racconti è stata un'esperienza che mi ha arricchita e commossa.
    Non posso dimenticare la risposta che mi ha dato quando gli ho chiesto come trascorresse la giornata: " Cosa Faccio? Mi siedo e guardo il mare!" E da casa sua, oltre allo splendido mare di Ponza, si vede l'infinito.
    Un abbraccio. Rosaria

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